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G7, ENPA: GLOBAL WARMING. I “GRANDI” AGISCANO SU ALLEVAMENTI INTENSIVI

 «Fate un regalo al pianeta, date voce al Grande Problema, il consumo di carne che scatena il surriscaldamento globale, e scegliete un menu vegetariano per il vostro summit: sarebbe un segnale importante per le opinioni pubbliche dei vostri Paesi». Questo è l’appello che l’Ente Nazionale Protezione Animali, con Annamaria Procacci, consigliere nazionale nonché responsabile biodiversità per conto dell’associazione, rivolge ai ministri che converranno a Bologna l’11 e 12 giugno per i lavori del G7  dell’Ambiente.

 

Ormai assodato in sede scientifica  il mostruoso impatto che ha il consumo di animali in atmosfera e sull’ambiente – dalle emissioni di CO2, di metano, di protossido di azoto alla deforestazione dell’Amazzonia per i pascoli, dall’impiego massiccio di acqua e cereali all’inquinamento di fiumi e oceani, sino alle  “montagne” di deiezioni prodotte dagli  allevamenti – è altrettanto evidente il grave deficit di informazione dell’opinione pubblica. Così come sono evidenti da un lato la mancanza di responsabilità ed azione della politica, dall’altro l’urgenza di voltare pagina, se, come afferma la FAO, il consumo di carne nel mondo è destinato quasi a raddoppiare (+ 73%) entro il 2050.

«Le linee guida sull’alimentazione, volute dalla FAO e adottate da una serie di Paesi, sono troppo deboli. Siamo – prosegue Procacci – in piena emergenza perché la febbre della Terra sale, mentre noi arranchiamo. Cari ministri dell’Ambiente, fateci vedere cos’avrete nel piatto l’11 e 12 giugno. Questo è quel che ci preme sapere, non certo dove sarete a pranzo e a cena».

 

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