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TEST SU ANIMALI, BIOINGEGNERIA LI RIDUCE FINO AL 90 PER CENTO

Cellule coltivate in 3D, mini organi in provetta e piccolissime ‘finestre’ per scrutare nell’organismo col microscopio: le nuove tecnologie della bioingegneria potrebbero accelerare la ricerca sul virus facendo risparmiare fino al 90% degli animali usati nelle sperimentazioni.

Un’articolo pubblicato sulla rivista Theranostics dai ricercatori spiega : “Lo sviluppo di farmaci e vaccini contro il coronavirus e’ rallentato dall’uso di tecniche obsolete, come le colture di cellule in 2D, che sono imposte alle aziende farmaceutiche dagli standard internazionali decisi dagli enti regolatori, l’obiettivo del lavoro e’ proprio quello di mostrare quanti vantaggi si potrebbero avere aggiornando questi standard e includendo tecniche di studio piu’ avanzate: oltre a velocizzare i tempi degli studi preclinici, potrebbero ridurre fino al 90% l’uso di animali nelle sperimentazioni”. Diversi gruppi hanno sviluppato negli ultimi anni diversi strumenti hi-tech nell’ambito di tre progetti finanziati dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). Il loro lavoro e’ iniziato con lo sviluppo di impalcature artificiali per la coltura delle cellule in 3D. “In queste nicchie artificiali si potrebbe coltivare l’epitelio polmonare per vedere come viene attaccato dal virus e come reagisce ai farmaci, ottenendo risultati piu’ realistici e in tempi piu’ rapidi”. Crescendo le cellule in un bioreattore, con un sistema di ricircolo del terreno di coltura che mima la circolazione sanguigna, “potremmo invece coltivare un linfonodo e vedere come nasce la risposta immunitaria dopo l’infezione o il vaccino". Infine, l’uso di “finestre miniaturizzate da inserire sotto cute nei topi permetterebbe di osservare al microscopio quello che accade nel loro organismo senza doverli sacrificare”.A quanto pare un'ottima notizia...

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